Torta di compleanno: soluzioni fai-da-te? Ahi Ahi Ahi!!!

Published On: 6 Agosto 2018|Categories: HACCP|

Tempo di lettura: 2′ 35″

Buongiorno. Ho un locale e l’altroieri un cliente è passato per prenotare una festa di compleanno… Mi ha chiesto se può portare “da casa” la torta, ma francamente NON so cosa rispondergli… Se gli dico di no corro il rischio di perderlo… Se gli dico di sì, cosa rischio?.

Il dubbio di Francesco, gestore di un bel locale in provincia di Milano, è del tutto legittimo. L’altro giorno ci ha chiamato per chiederci un parere a proposito di una vicenda che, in base alla nostra esperienza, si ripete spesso nelle attività di ristorazione.

Indice:

Il problema della “torta fai-da-te” esiste, eccome!

Mettiamoci nei panni del cliente che vuole festeggiare assieme ad amici e parenti più cari… magari si tratta di diverse decine di persone e, come si sa, i costi lievitano facilmente… Dunque è abbastanza logico che voglia risparmiare sul costo della “fatidica” torta che, d’altra parte, rappresenta l’appuntamento immancabile di qualsiasi festa… ed è anche piuttosto comprensibile che, per la torta, preferisca affidarsi a uno specialista di sua fiducia, che gli garantisca tutte quelle personalizzazioni del prodotto che non riguardano soltanto il gusto ma anche il posizionamento di scritte e immagini varie con le quali siamo un po’ tutti abituati a “giocare” per fare sì che la festa lasci un ricordo importante nelle memoria di tutti i presenti.

Attenzione! NON c’è soltanto il problema della “torta fai-da-te”…

Chiunque gestisca un locale, peraltro, sa bene che il problema NON si ferma alla “torta fai-da-te”. Anzi, capita spesso che il cliente che vuole festeggiare non si limiti alla richiesta di un bel dolce realizzato da un pasticcere professionista.

Per risparmiare, a volte il cliente preferisce adottare una soluzione realmente fai-da-te, ovvero proprio una torta fatta in casa… magari affidata all’arte sapiente di un familiare… e non è detto che la soluzione “fai-da-te” si limiti ai dolciumi… spesso queste richieste “fuori programma” si allargano a torte salate, sfoglie o quant’altro… o altri piatti (insalate di riso, ecc.) oppure bevande (sangria, ecc.) apparentemente semplici da realizzare in casa ma non per questo meno meritevoli di attenzione quando si parla di salvaguardare la salute dei consumatori.

Ecco l’unica soluzione possibile per risolvere il problema.

La legge, anzi l’HACCP è chiarissima: all’interno del proprio locale, nell’esercizio della sua professione, il ristoratore può servire soltanto cibi e bevande di cui conosce la provenienza e quindi l’intera filiera, che va dalla coltura al consumo.

Di conseguenza, è chiaro che qualsiasi gestore di attività DEVE OBBLIGATORIAMENTE impedire che la clientela consumi cibi e bevande di derivazione poco chiara all’interno del proprio locale. E questa regola NON può in alcun modo essere scalzata, neppure nel caso in cui gli ospiti dell’invitato siano e si dichiarino consenzienti.

Per quanto riguarda cibi e bevande fai-da-te, dunque, NON ci sono scappatoie e risulterebbe perfettamente inutile pure un’assunzione di responsabilità da parte del fornitore “autodidatta”: cosa che NON può annullare in alcun modo la responsabilità oggettiva del ristoratore professionista. Né la normativa HACCP potrebbe essere scalzata da qualsiasi assicurazione verbale sulla qualità degli ingredienti e delle preparazioni.

Insomma, NON ci sono scappatoie: davanti alla richiesta “fai-da-te” del cliente, il ristoratore deve obbligatoriamente opporsi.

L’unica soluzione per risolvere il problema (anche per salvaguardare il rapporto col cliente) è che il ristoratore possa controllare la provenienza di cibi e bevande “integrativi” alla propria offerta (portati da fornitori esterni). Ciò, chiaramente, è possibile soltanto se lo stesso ristoratore viene messo dal proprio cliente in condizione di verificare – già in sede PREVENTIVA alla fornitura! – la provenienza del prodotto (torta o altro che sia). Così, è lo stesso ristoratore che effettua tutti i controlli del caso sull’affidabilità, in termini Haccp, del fornitore esterno.

Per inciso, una soluzione potrebbe anche essere quella di fare entrare lo stesso fornitore della torta, nella lista-fornitori del proprio locale.

In ogni caso, oltre a ciò, il ristoratore deve richiedere al cliente di potere verificare (all’atto della fornitura) lo scontrino d’acquisto della torta in questione.

Soltanto applicando tutti questi passaggi, il titolare del locale può effettivamente esercitare il controllo di sicurezza richiesto dall’Haccp e quindi permettere al suo cliente di servire una torta acquistata altrove.

E qui mi fermo… non senza farti i più sinceri Auguri ;)!

Aloha,

Gianluca Perna

Foto @Freepik

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