Promozione della Salute nei Luoghi di Lavoro: i consigli dell’Inail

Published On: 2 Ottobre 2018|Categories: Sicurezza sul Lavoro|

Come sempre, si può dire che tutto parte dai “fondamentali”: se funzionano quelli, tutto può funzionare meglio. Vale lo stesso anche per la sicurezza nei luoghi di lavoro, che sarà tanto maggiore quanto migliore è lo stato di salute generale e di benessere dei lavoratori!

Temi importanti come la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro vengono affrontati nell’utile documento pubblicato dall’Inail che, appunto, illustra i principi fondamentali della PSL (Promozione della Salute nei luoghi di Lavoro), di cui il corrispondente acronimo in inglese WHP (Workplace Health Promotion).

Un obiettivo chiave sia per i lavoratori che per le aziende che – come suggerisce l’Inail – si può raggiungere mediante alcuni passaggi strategici:

  • partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori;
  • impegno etico dei datori di lavoro e integrazione dell’organizzazione lavorativa nelle comunità di riferimento;
  • miglioramento della qualità della vita dentro e fuori il contesto lavorativo.

In questo articolo troverai:

Cos’è la PSL (Promozione della salute nei luoghi di lavoro)?

Quando l’obiettivo è migliorare la salute e il benessere psicofisico delle persone, qualsiasi azione venga intrapresa da datori di lavoro e lavoratori rientra nel quadro della PSL.

In base alla Dichiarazione di Lussemburgo 1997, per raggiungere questo fine si può operare combinando un gran numero di elementi. Vediamo in dettaglio gli obiettivi primari e le indicazioni per raggiungerli.

1. Miglioramento delle modalità di organizzazione del lavoro:

  • introduzione dell’orario di lavoro flessibile;
  • offerta di occupazioni flessibili, come il lavoro da casa (telelavoro);
  • accesso a possibilità di formazione permanente, tra cui la rotazione dei posti di lavoro e l’allargamento dei compiti.

2. Miglioramento dell’ambiente di lavoro:

  • incoraggiamento del supporto tra colleghi;
  • coinvolgimento di dipendenti nel processo di miglioramento dell’ambiente di lavoro;
  • offerta di cibo sano alla mensa aziendale.

3. Incoraggiamento del personale a partecipare ad attività salutari:

  • offerta di lezioni di sport;
  • messa a disposizione di biciclette per gli spostamenti a breve distanza all’interno di grandi stabilimenti.

4. Incoraggiamento alla crescita personale:

  • offerta di corsi per l’ottenimento di competenze in ambito sociale, come affrontare lo stress;
  • aiuto ai dipendenti per smettere di fumare.

Va detto che coinvolgere i lavoratori su organizzazione dell’attività e del posto di lavoro, considerandone esigenze e opinioni, risulta sempre fondamentale all’interno del processo di PSL.

Qual è il primo passo per promuovere la salute nei luoghi di lavoro?

Per promuovere la salute nei luoghi di lavoro il primo passo da compiere è un’analisi attenta dei bisogni dei lavoratori. In particolare, il documento dell’Inail dà particolare rilevanza ai seguenti aspetti:

  • l’età;
  • il genere;
  • la nazionalità e l’etnia.

Lo stesso documento, inoltre, dà rilevanza anche ai seguenti punti:

  • le condizioni di salute;
  • le tipologie di contratto;
  • l’estrema varietà delle condizioni socioeconomiche.

L’analisi della PSL per Età, Genere, Nazionalità, Etnia e Reinserimento lavorativo

  • Età

La fascia di lavoratori/lavoratrici compresi fra i 55 e i 64 anni è al centro delle attuali politiche di PSL. Nel 2013, l’incidenza di patologie e disturbi di lunga durata, in questa fascia d’età, è risultata del 33,4% all’interno dell’Europa. Mentre nella fascia tra i 16 e i 44 anni risulta più che dimezzata (14,6%).

Statisticamente, l’invecchiamento è correlato a un alto rischio di problemi di salute, spesso di natura cronica: patologie muscoloscheletriche, bronchiti croniche, disturbi cardiovascolari, depressione.

  • Genere

L’analisi si fa più complessa se si considera la variabile riferita al genere (maschile o femminile), ponendo in rilievo i bisogni delle donne, troppo a lungo ignorati in un sistema di organizzazione del lavoro. Le condizioni di salute delle lavoratrici over 55 possono essere rese precarie o peggiorate da fattori quali menopausa, osteoporosi, osteoartriti e cancro al seno.

  • Nazionalità ed etnia

Particolarmente vulnerabili sono i lavoratori stranieri tra i quali, negli ultimi anni, l’incidenza degli infortuni in Italia (rapporto tra infortuni denunciati e lavoratori assicurati) è di gran lunga superiore rispetto agli autoctoni.

Mancanza di formazione e informazioni, impiego in settori ad alto rischio, difficoltà di comunicazione dovuta anche a incomprensioni linguistiche e fattori di stress connessi a precarie condizioni socioeconomiche sono alcuni dei possibili motivi.

  • Reinserimento lavorativo

Molto ampio, in definitiva, l’arco di attenzione richiesto dalla PSL. Si va dall’attivazione di misure preventive fino all’adozione di soluzioni in grado di aiutare la persona al reinserimento lavorativo dopo lunga malattia (o altro impedimento). Ed è ovvio che è altrettanto importante qualsiasi strategia mirata a conciliare le esigenze della vita lavorativa e di quella privata.

In chiusura, il documento dell’Inail offre anche due “buone pratiche”, tutte da leggere, in ambito PSL:

  • il caso avanguardistico dell’Olivetti di Ivrea;
  • il modello dell’Inrca di Ancona.

Buon Lavoro, ovviamente in Salute!

Gianluca Perna

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