Lavoro notturno e normativa: cos’è e chi lo può fare

Published On: 15 Novembre 2021|Categories: Sicurezza sul Lavoro|
Lavoro notturno

Affrontando gli argomenti che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento agli obblighi del datore di lavoro, sembra logico trattare la tematica del lavoro notturno che, ovviamente, per ogni settore di attività ha le sue regole specifiche che fanno sempre riferimento al CCNL (Contratto Nazionale del Lavoro).

In questo articolo:

Cosa si intende per lavoro notturno?

Ogni settore di attività ha delle sue regole specifiche che fanno sempre riferimento al Contratto Nazionale del Lavoro.

Un esempio?

Per turismo, commercio e aziende alberghiere è considerato lavoro notturno quello compreso nell’intervallo tra le 23.30 e le 6.30.

Dunque, è un lavoratore notturno soltanto chi svolge tutto il proprio lavoro all’interno di quella fascia oraria?

NO!

Basta che:

  •  lavori in modo continuativo ogni giorno per almeno 3 ore di tempo in quella fascia oraria;
  • che svolga il proprio lavoro nella fascia oraria considerata notturna per almeno 80 giorni lavorativi all’anno.

Chi può essere un lavoratore notturno?

Può essere un lavoratore notturno chiunque venga ritenuto idoneo dai necessari accertamenti effettuati dalle strutture sanitarie oppure dal medico competente.

Ma cosa bisogna fare se non si è – o meglio – non si può essere certi, a monte, che effettivamente un certo collaboratore sarà impiegato nel lavoro notturno per almeno 80 notti all’anno?

Come principio generale, sarebbe sempre meglio impiegare un lavoratore essendo sicuro che il suo stato di salute non presenti controindicazioni all’attività che deve svolgere.

Comunque sia, anche al di là del buon senso, nel caso specifico del lavoro notturno va ricordato il pronunciamento dell’Ulss 6 di Vicenza:

“Il giudizio di idoneità va espresso prima di adibire il lavoratore a un’attività per la quale – a causa di esposizioni pericolose o situazioni definite (come il lavoro notturno, ndr) – è prevista la sorveglianza sanitaria.

Si potrebbe non procedere agli accertamenti sanitari soltanto qualora fosse certo il NON superamento degli 80 turni notturni.

Trattandosi comunque di una misura di prevenzione, è opportuno – nel dubbio – procedere all’accertamento medico e al conseguente giudizio di idoneità per non essere poi costretti a “stoppare” un lavoratore al varco delle 80 notti/anno”.

Cosa rischia il datore di lavoro in caso d’ispezioni?

Se arriva una ispezione e rileva delle inadempienze rispetto a quanto prescritto dalle norme vigenti, inutile quasi sottolineare che il datore di lavoro rischia guai grossi!

Per la precisione, la legge impone l’arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 1.549,00 a € 4.131,00 nel caso in cui i lavoratori notturni non siano stati sottoposti a visita medica preventiva.

Stesse sanzioni nel caso in cui i lavoratori non siano stati sottoposti alla visita medica che va fatta ogni due anni: quindi, sempre arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 1.549,00 a € 4.131,00!

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