Etichettatura degli alimenti: facciamo chiarezza

Published On: 23 Gennaio 2019|Categories: HACCP|

 

Tempo di lettura 2’57” – Lo sai che, con la sentenza 38793, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da un ristoratore per la contestazione del reato di frode in commercio, scattata perchè, nel menu del suo locale, non era stata specificata la presenza di alimenti surgelati e abbattuti?

 

Non importava che le materie prime fossero di prima qualità e trattate a regola d’arte…Nella sentenza, la Corte ha sostenuto che il cliente va sempre correttamente informato.

 

Indice

 

  1. Etichettatura degli alimenti: il decreto 231/2017
  2. Requisiti nell’indicazione degli allergeni
  3. Alimenti decongelati
  4. Eccezioni

 

Etichettatura degli alimenti: il decreto 231/2017

 

La sentenza della Corte di Cassazione relativa al ristoratore  si inserisce in un quadro più ampio di sanzioni relative alle irregolarità nell’etichettatura degli alimenti, delineato dal Decreto legislativo n. 231/2017 che essenzialmente interviene in due distinti ambiti: da un lato, definisce le sanzioni per le violazioni del regolamento Ue 1169/2011 (che possono arrivare fino ad un massimo di 40mila euro!), dall’altro disciplina, a livello europeo, questioni non del tutto armonizzate come, ad esempio, la vendita dei prodotti non preimballati, l’indicazione del lotto e la vendita in distributori automatici di alimenti non preimballati ecc.

 

Il decreto 231/2017 esamina poi nel dettaglio le sanzioni per la violazione delle disposizioni specifiche sulle indicazioni obbligatorie in etichetta ed in particolare per quelle riferite a:

 

  • Denominazione dell’alimento (art. 8);
  • Elenco degli ingredienti (art. 9);
  • Requisiti nell’indicazione degli allergeni (art. 10);
  • Indicazione quantitativa degli ingredienti e l’indicazione della quantità netta (art. 11);
  • Termine minimo di conservazione, data di scadenza e data di congelamento (art. 12);
  • Paese di origine o luogo di provenienza (art. 13);
  • Titolo alcolometrico (art. 14);
  • Dichiarazioni nutrizionali (art. 15).

 

2.Requisiti nell’indicazione degli allergeni

 

In caso di alimenti serviti nei ristoranti e nei pubblici esercizi in genere, è obbligatoria solo l’indicazione delle sostanze o prodotti che provocano allergie o intolleranze.

 

L’indicazione deve essere riconducibile a ciascun alimento e fornita prima che lo stesso sia servito al consumatore finale. Può essere apposta sul menù, sul registro o sull’apposito cartello, purchè sia bene in vista. Omettere queste informazioni viene punito con sanzioni amministrative da 5mila a 40mila euro.

 

Ecco un esempio di cartello assolutamente in linea con le norme attuali: scoprilo in questo articolo.

 

In caso di utilizzo di sistemi digitali, le informazioni fornite dovranno risultare anche da una documentazione scritta e facilmente reperibile sia per l’autorità competente sia per il consumatore finale.

 

3. Alimenti decongelati

 

È sempre obbligatorio riportare la dicitura «decongelato», tranne nei seguenti casi:

 

a) in caso di ingredienti parte del prodotto finale;

 

b) in caso di alimenti in cui il congelamento costituisce una fase tecnologicamente necessaria del processo di produzione;

 

c) in caso di alimenti sui quali lo scongelamento non produce effetti negativi in termini di sicurezza o qualità.

 

Se vuoi approfondire questo argomento, ne abbiamo parlato qui

 

4.Eccezioni

 

In questo panorama di sanzioni, il legislatore italiano ha comunque previsto alcune eccezioni: ad esempio, se la situazione non risulta a norma ma è la prima volta che vengono contestate infrazioni derivanti da errori, omissioni o violazioni, possono essere concessi 20 giorni per provvedere, senza sanzioni.

 

Le penalità, inoltre, non si applicano in altri due casi specifici:

 

– per le forniture di alimenti effettuate a favore di organizzazioni senza scopo di lucro che le distribuiscono a persone indigenti, solo quando le etichette presentano irregolarità diverse da quelle riconducibili alla data di scadenza o alle sostanze che possono provocare allergie o intolleranze;

 

– nel caso di alimenti immessi sul mercato corredati da adeguata rettifica scritta delle informazioni non conformi alla legge.

 

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